Il nostro è un Paese fragile, in particolare nelle zone di montagna, dove assistiamo sempre di più a frane, episodi di abbandono delle foreste e incendi che ne minacciano la sopravvivenza.

Anche l’uso intensivo di terre fertili ha portato allo sviluppo di sterilità del terreno e a fenomeni di acidificazione, erosione e perdita dell’habitat. Tutto questo è frutto di una sconsiderata gestione del nostro patrimonio naturale, il quale, al contrario, necessita di una cura maggiore, anche per via dei numerosi eventi sismici e catastrofi naturali a cui è particolarmente soggetto.

In questo panorama di fragilità intrinseca e cattiva gestione, l’attività agricola gioca un ruolo essenziale: la nuova sfida è conservare ed incrementare la biodiversità, tutelando quindi le specie animali e vegetali del territorio.

 

 

LA BIODIVERSITÀ: UN PREZIOSO BENE CHE STA SCOMPARENDO

 

Migliaia di specie vegetali e centinaia di specie animali sono a rischio estinzione oppure sono già estinte.

In quest’ultimo secolo abbiamo infatti assistito ad una gravissima perdita della biodiversità; soprattutto in campo agricolo, questa perdita è preoccupante: il 75% circa della diversità genetica delle specie vegetali del nostro Pianeta è scomparso.

Questo fenomeno porta con sé conseguenze negative anche per la salute dell’uomo, oltre che per l’ambiente. Infatti, per molti anni, il settore agroalimentare ha puntato senza esitazione su varietà agricole e razze animali a basso costo, ma con la garanzia di un’alta produttività, per rispondere alla crescente domanda del mercato; tutto ciò rinunciando però alla varietà e alla qualità.

Oggi noi viviamo gli effetti negativi di ciò che è stato fatto e ci troviamo nel famoso punto di non ritorno: è il momento di tutelare, difendere ed incrementare ciò che resta ed è qui che svolge il suo ruolo essenziale l’agricoltura di montagna.

La sfida è instaurare un ciclo virtuoso in cui le varietà a rischio possano continuare ad esistere e a crescere, diventando prodotti tipici locali, tutelati e valorizzati, con output positivi per il territorio, anche dal punto di vista sociale ed economico.

 

 

IL RUOLO CHIAVE DELL’AGRICOLTURA DI MONTAGNA

 

La conservazione della biodiversità e il suo incremento sono lavori essenziali non solo per la tutela delle varietà in sé, ma anche per contrastare e contenere le fragilità del nostro territorio, controllando lo sviluppo boschivo, limitando il rischio di dissesto idrogeologico e garantendo le risorse idriche.

Svolgendo un ruolo insostituibile di protezione ed essendo scrigno di preziose agro-biodiversità, il territorio montano è particolarmente bisognoso di un’attività agricola mirata alla coltivazione delle varietà in via di estinzione.

L’agricoltura di montagna, dunque, svolge un ruolo chiave non solo per la tutela della biodiversità agricola, ma anche per la più generale custodia del territorio stesso.

Infatti, una vegetazione varia e consistente è capace di assorbire e conservare grandi quantità di acqua; inoltre, i fitti intrecci degli apparati radicali e gli ostacoli creati sul terreno dalle specie arbustive del sottobosco, dai fusti degli alberi e da un compatto e denso mantello erbaceo rappresentano un potente mezzo di contrasto e contenimento dell’erosione.

Una vegetazione ricca di varietà è quindi una naturale protezione del territorio, ma perché gli ecosistemi possano svolgere il proprio ruolo protettivo, è necessario mettere in primo piano la gestione.

I territori di montagna, naturalmente fragili e suscettibili a sgretolamenti, necessitano quindi di un’attenta gestione, costituita da attività programmate ad hoc e dilazionate nel tempo, che interessino non solo l’agricoltura, ma anche l’allevamento, garantendo a vegetali e animali vitalità e capacità di rinnovarsi.

Purtroppo, l’agricoltura di montagna non è stata gestita al meglio negli ultimi decenni, causando un ritardo da colmare il prima possibile, onde evitare e prevenire disastri ambientali di vario genere.

La sfida della biodiversità è quindi aperta e l’agricoltura di montagna è protagonista in questo processo di tutela e valorizzazione.

 

 

FRAGILITÀ E RISORSE PER UN FUTURO SOSTENIBILE

 

Il territorio del nostro Paese deve fare sempre più i conti con le sue fragilità legate a fenomeni naturali, come frane, alluvioni e scosse sismiche, aggravate dalle conseguenze della perdita di biodiversità, delle trasformazioni operate dall’uomo e della cattiva gestione dell’ambiente. Si tratta di un problema ambientale in primis, ma anche economico, considerando gli ingenti fondi che servono per la messa in sicurezza del territorio.

Per ottenere risultati concreti, serve un’attenta pianificazione strategica ed operativa affidata agli esperti del settore, assieme ad una stretta collaborazione tra specialisti di vari ambiti interessati. Per restituire un dato economico motivazionale, basta pensare che per 1 euro speso nella prevenzione del rischio, se ne risparmiano tra i 5 e i 7 nella gestione ordinaria.

Dunque, la fragilità esiste e la perdita di biodiversità ne è la spia; ma è proprio dalla biodiversità che dobbiamo ripartire. La tutela della varietà animale e vegetale è il primo importante passo da considerare nella gestione del territorio per invertire la rotta e contenere le fragilità.

L’agricoltura di montagna ad oggi rimane ancora un’attività di nicchia, nonostante la sua importanza per il territorio e per le comunità, probabilmente a causa delle caratteristiche morfologiche e geografiche che rendono difficile il lavoro in questi territori. Anche la mancanza di infrastrutture non facilita di certo l’introduzione di tecnologie innovative e di meccanizzazione.

Tuttavia, l’attività agricola di montagna ha molte potenzialità che vanno riscoperte: può e deve essere un elemento centrale in materia di conservazione e incremento della biodiversità. Per un futuro sostenibile, è importante che ognuno di noi faccia la sua piccola parte per il rispetto e la valorizzazione animale e vegetale, affidando alle mani degli esperti del settore la corretta gestione e pianificazione del territorio.